Alcune città italiane hanno un soprannome che ne ricorda l’origine storica o che le descrive: Roma, “la città Eterna”; Venezia, “la Serenissima”; Firenze, “la Bella”. Bologna di soprannomi ne ha tre: “la Dotta, la Grassa, la Rossa”.
Il primo è dovuto alla presenza di un’università che risale al 1088, la più antica del mondo occidentale; il secondo caratterizza al meglio la tradizione della sua cucina sostanziosa e opulenta; il terzo per i riflessi dei mattoni con i quali fin dal Medioevo sono state costruite torri e palazzi ma, in epoca più recente, il colore rosso ci fa pensare alle “Rosse” Ducati e Ferrari che, assieme a Lamborghini, Maserati e Pagani, fanno di Bologna e della sua regione la “terra dei motori”.
Prima università d’Occidente, fin dal 1088 l’Università di Bologna richiama studenti da tutta Europa. Dai tempi degli illustri Dante, Petrarca e Boccaccio, l’Università di Bologna ha affermato nei secoli il suo ruolo di fucina del sapere e i circa 80.000 che ancor oggi accoglie, la mantengono viva culturalmente e socialmente. L’antica sede dell’Università, il Palazzo dell’Archiginnasio, ospita uno dei più impressionanti teatri anatomici del mondo, dove si sezionavano i cadaveri durante le lezioni di medicina e anatomia. Significa fare tappa nel luogo che per secoli è stato uno dei principali e più ferventi punti di riferimento del sapere europeo.
Il suo suggestivo centro storico, uno dei meglio conservati d’Europa, dove si elevano antichi palazzi e chiese ricche di opere d’arte, è caratterizzato da 40 chilometri di portici che rendono la città unica al mondo. Fin dal 1100, quando la crescita dell’Università spinse a inventarsi un nuovo spazio urbano, i portici sono diventati un luogo pubblico e privato, di socialità e commercio, salotto all’aperto simbolo stesso dell’ospitalità bolognese. Il portico di San Luca, che lega la città al santuario del Colle della Guardia, è il più lungo al mondo (3.796 metri e 666 arcate).